La Badoche è una tradizione che a Morgex viene celebrata il 15 agosto, la giornata dedicata a Notre Dame d’Aôut, e che da secoli rallegra i villaggi della Valdigne con canti, balli e colori. La Badoche viene ripresa anche nelle frazioni ed in particolare al Villair il giorno di San Rocco, al Revers il giorno dei S.S. Pietro e Paolo e a La Ruine.
Le origini della Badoche paiono risalire ai riti propiziatori celebrati presso i Celti e rituali simili caratterizzano i festeggiamenti per il Santo patrono anche fuori dalla Valdigne.
Protagonisti della Badoche sono i giovano scapoli che organizzano un ballo collettivo sulla piazza del paese. Alcuni giorni prima i giovani si riuniscono e designano il Capo Badocher, il quale insieme con la sua compagna, la Badochère, dirigerà la festa. Alla vigilia la coppia, nei vestiti tradizionali, guida di casa in casa il piccolo corteo accompagnato dai suonatori di fisarmonica, per raccogliere denaro e offerte che assicureranno l’approvvigionamento del vino e delle bevande per il giorno dopo.
L’insegna del Badocher è la cosiddetta “alabarda”, un bastone a tre punte coronato di fiori e ornato di nastri di seta multicolori, donata dai genitori nell’anno di nascita del proprio figlio, mentre per la questua si presenta un piatto anch’esso decorato da fiori e nastri, pieno di dolciumi e di sigarette da offrire in cambio dell’obolo. In passato il Badocher brandiva un ramo di alloro o di pino alla cui sommità era infilata una mela o una pera nella quale si infiggevano monete d’oro, secondo un antico rituale di druidico testimoniato anche nella attigua Savoia.
Il giorno della Festa patronale l’allegra brigata della Badoche, accompagnati dal suono di una fisarmonica e di un clarino, fa il suo ingresso nella piazza all’uscita della messa: le danze sono aperte dal Capo Badocher, che successivamente inviteranno gli altri badochers, le autorità, le coppie di giovani provenienti dai villaggi vicini, i coscritti e ogni categoria de persone e di lavoratori, secondo una consuetudine tramandata dalla tradizione orale. Il gran ballo riprende nel pomeriggio dopo i vespri. In quest’occasione, i genitori dei bimbi nati nell’anno si presentano per donare un nastro di seta colorato da attaccare alla “alabarda”. La festa prosegue, accompagnata da generose mescite di vino e si conclude a sera tarda.