Morgex registrò il suo più eclatante sviluppo economico tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX grazie all’impiego delle abbondati risorse minerarie del suo territorio. Ad Arpy la miniera di carbone fu sfruttata a pieno ritmo: l’antracite estratta era condotta a Morgex tramite teleferica per poi essere trasportata fino alle acciaierie di Aosta, grazie alla presenza della ferrovia, giunta a Morgex nel 1929. Nel 1962, a causa della diminuita redditività, terminò l’opera di estrazione ed utilizzazione del minerale. Altre fonti di guadagno per gli abitanti di Morgex furono l’opera di estrazione delle lose, tanto che ancora oggi Morgex si contraddistingue per i suoi bellissimi tetti ricoperti di questo pregiato materiale, e la lavorazione del legno. L’agricoltura e l’allevamento da sempre giocano un ruolo fondamentale per l’economia del paese
Negli ultimi decenni sono state realizzate nuove stalle con moderni sistemi di allevamento che, collegati ad una corretta selezione della razza bovina valdostana, offrono prodotti di qualità eccellente. Altre attività come l’apicoltura e l’allevamento di trote concorrono a migliorare l’ampia offerta di prodotti tipici.
Un’altra importante attività che contraddistingue Morgex è la lavorazione della vigna dalla quale si ricava l’ottimo Blanc de Morgex et de La Salle. I vigneti di Morgex producono un vino unico: le sue uve vengono infatti coltivate alle altitudini più elevate del continente (fino a 1.200 metri), che gli sono valse l’appellativo di “vino più alto d’Europa”. Le viti sono coltivate su pergole molto basse, sorrette da palature in legno o da pietre monolitiche, per evitare i danni del vento e del gelo invernale. Il terreno, molto sassoso, permette di immagazzinare calore durante il giorno e rilasciarlo di notte. Il vitigno autoctono è il Prié Blanc, una specie adatta ad essere coltivata in alta quota e molto resistente alle malattie ed in particolare alla fillossera, un insetto originario dell’America del Nord che, sul finire dell’Ottocento, distrusse gran parte dei vigneti Europei ma non intaccò il Prié Blanc (che è infatti “a piede franco”, cioè non innestato su vite americana).
È molto difficile poter stabilire con una certa precisione come e quando la vite sia stata introdotta nel territorio di Morgex. Un encomio particolare va al parroco di Morgex Alexandre Bougeat, che negli anni Sessanta seppe rilanciare il prodotto credendo nella sua qualità. Nacquero poi associazioni di viticoltori ed in seguito fu costituita la Cooperativa Cave du Vin Blanc, ora Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle, che ancora oggi raggruppa un numero consistente di viticoltori della zona accomunati da una grande passione e da una lunga esperienza generazionale nella creazione dei pregiatissimi vini bianchi più alti d’Europa. Morgex, vanta inoltre, la sola testimonianza nella Valdigne di un clos, ossia di un vigneto circondato da muri, tipico della tradizione borgognona, denominato La Piagne, ristrutturato nell’ambito del progetto “Route des vignobles Alpins” finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia/Francia Alcotra 2014/2020.