A Morgex, come in tutta la Valle d’Aosta, la coltura cerealicola era ancora abbastanza diffusa fino al secondo dopoguerra, occupando quasi la metà della superficie coltivabile ed estendendosi sino a 2.000 m d’altitudine. Segale e frumento erano le coltivazioni principali sia per la loro maturazione precoce sia perché resistenti al freddo e alle erbe infestanti. Il grano raccolto veniva macinato nel mulino del villaggio e nel mese di dicembre si usava preparare le scorte di pane per tutto l’anno, facendo funzionare i forni giorno e notte senza interruzioni per una settimana. L’uso dei forni di proprietà collettiva era disciplinato da regolamenti che ne specificavano modalità d’uso e turni di utilizzo. Attorno ai forni ci si scaldava giorno e notte creando un’atmosfera accogliente e di festa. Il pane, prodotto una volta all’anno, veniva conservato su apposite rastrelliere di legno, i ratelé, appese al soffitto o in una camera secca e ventilata.
Il Comune di Morgex, grazie ad una serie di interventi finanziati nell’ambito del programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia (ALCOTRA) 2007-2013, ha contribuito alla rinascita del settore cerealicolo sostenendo gli operatori della Valdigne che, riuniti in associazione, hanno lavorato con lo scopo di difendere, tutelare e promuovere la produzione della coltivazione e della trasformazione di cereali. La ristrutturazione dei forni di La Ruine, del Pautex e del Biolley, ad opera del Comune, e il loro riutilizzo, grazie anche all’adesione dal 2015 alla festa transfrontaliera “Lo Pan Ner”, organizzata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta ha contribuito al rilancio del pane nero, della Flantse e del Crèichèn, dolci tipici della tradizione della Valdigne.