Cave Mont Blanc e lo Chaudelune, il vino che nasce dalle nevi

Nicolas Bovard, presidente della Cave Mont Blanc, ci racconta come viene creato questa pregiatissima eccellenza del territorio di Morgex

Nicolas non ha ancora 30 anni ma ha già maturato una grande esperienza nel mondo della viticoltura. Da poco più di due anni è presidente della Cave Mont Blanc, rinomata cooperativa che vanta una lunga esperienza generazionale nella creazione dei pregiatissimi vini bianchi più alti d’Europa.

Nicolas Bovard, Presidente della Cave Mont Blanc

Una delle specialità della Cave Mont Blanc è il Vin de Glace Chaudelune, vino che nasce sotto la neve

Lo Chaudelune si ottiene grazie alle temperature rigide invernali. L’uva di prié blanc raccolta durante la vendemmia tardiva viene lasciata gelare per essere poi pressata alle prime luci dell’alba, ottenendo così un mosto ricco di residuo zuccherino. Le temperature ideali per la vendemmia devono aggirarsi intorno ai -7, -8 gradi. L’ultima volta (nel mese di dicembre 2021) ci siamo svegliati alle 4 del mattino per raccogliere l’uva e c’era anche la neve! La vendemmia tardiva per lo Chaudelune richiede parecchio impegno e sacrificio, ma è veramente emozionante ritrovarsi tutti insieme sotto le stelle, tra le nostre pergole e con le mani gelate. Si fa fatica, ma la gioia e la soddisfazione sono impagabili, è davvero emozionante.

Foto di Evi Garbolino

Da quando producete lo Chaudelune?

Il nostro Vin de Glace ha origini ben più antiche di quanto si pensi. Nel corso del Novecento furono ritrovati dei documenti nel Chateau a La Salle risalenti al 1816 su cui si registrava un anno particolarmente freddo che aveva costretto a posticipare la vendemmia a novembre, e non a settembre come di consueto. Dal ritrovamento di quei documenti maturò l’idea di provare la vendemmia tardiva, prendendo esempio anche dalla produzione di ice wine diffusa in Alsazia e in Austria. Fu così che nacque il nostro Chaudelune, un vino che presenta un alto grado alcolico e una varietà di note aromatiche accentuate grazie all’affinamento di 12 mesi che avviene solamente in botti di legno di diverse carature ed essenze, come rovere, melo, ginepro e pero.

Cambiamento climatico, pandemia, mancanza di materie prime e rincaro dei prezzi: come riuscite ad affrontare tutte queste sfide?

Questi ultimi anni sono molto difficili, eppure stiamo cercando di viverli come un periodo di formazione trovando altre strategie e nuovi modi per metterci nuovamente in gioco, senza mai perdere l’entusiasmo che da sempre ci caratterizza. Stiamo cercando di ampliare i nostri orizzonti riuscendo a consolidare il nostro brand non solo in Italia, ma anche all’estero.

In quanto al clima…purtroppo il cambiamento climatico è ormai assodato e quello che possiamo fare noi viticoltori è adattarci alle nuove condizioni trovando alternative, senza mai compromettere l’ambiente. Ad esempio, sono state posizionate centraline meteo in tutto il territorio di Morgex e La Salle che ci aiuteranno ad avere un quadro sempre più preciso delle previsioni meteorologiche. Ritengo infine che l’aspetto più importante, in questa fase storica, è essere il più possibile veloci e flessibili nelle decisioni da prendere perché la situazione continua a cambiare molto rapidamente.

Concludiamo con una bella notizia: il progetto Art Culture Nature pour Tous

Nel 2022, sulla scia dei progetti creati in passato con il Comune di Morgex, tra cui Cépages Ancestraux, e la ristrutturazione del Vigneto Storico La Piagne, abbiamo aderito anche al progetto Art Culture Nature pour Tous tramite la Fondazione Sapegno. Questa interessante iniziativa credo e spero ci permetterà ancora una volta di rafforzare il legame con il territorio di Morgex e dell’Espace Mont Blanc. Inoltre, sono convinto che sarà un’ottima occasione per promuovere la nostra cantina anche Oltralpe.